Lo scorso 26 maggio è stato siglato il “Protocollo d’intesa per la legalità dei contratti di appalto nelle filiere produttive della moda”. Firmatari dell’accordo, insieme alla Prefettura di Milano, la Regione Lombardia, il Tribunale di Milano, la Procura della Repubblica, la Sezione Misure di Prevenzione della Procura e l’Arma dei Carabinieri. All’intesa hanno aderito anche l’Ispettorato dell’Area Metropolitana di Milano, il Politecnico di Milano, i rappresentanti delle principali associazioni di categoria del settore moda e le organizzazioni sindacali confederali. Nel corso della cerimonia di sottoscrizione il prefetto di Milano, Claudio Sgaraglia, ha sottolineato il valore della sinergia tra istituzioni, mondo produttivo e accademico nella costruzione di un sistema efficace di prevenzione e contrasto dell’illegalità, a tutela di un’economia sana e trasparente nel settore moda. Conseguenze positive di tale sinergia dovrebbero essere la razionalizzazione e sistematizzazione degli strumenti volti al controllo delle imprese della filiera, oltre a evitare duplicazioni di adempimenti e ottimizzare le procedure di audit. Obiettivo del Protocollo è contrastare il sottomercato alimentato da lavoro irregolare, dumping contrattuale e forme di illegalità, costruendo un sistema comune e condiviso di gestione e monitoraggio della filiera produttiva, che sia modulabile a seconda delle caratteristiche strutturali e organizzative delle imprese operanti lungo la supply chain e che preveda un approccio graduale al fine di calibrare opportunamente i sistemi di raccolta ed elaborazione delle informazioni. Viene prevista, innanzitutto, l’istituzione della “Piattaforma di Filiera”, che dovrà essere sviluppata da un Tavolo Tecnico all’uopo istituito e che presenta numerose analogie con la Piattaforma prevista nel Protocollo d’intesa della Prefettura di Milano siglato lo scorso luglio in relazione all’altro delicato ambito degli appalti nel settore della logistica (di cui avevamo parlato qui). Le aziende (“Brand” e “Imprese della filiera”) che decideranno volontariamente di aderire alla Piattaforma dovranno caricare (e aggiornare periodicamente) documentazione riferibile ai seguenti ambiti: Gli oneri documentali saranno modulati a seconda delle dimensioni dell’Impresa della filiera, classificate in base a fasce di fatturato. I dati contenuti nella Piattaforma saranno consultabili dagli operatori abilitati con livelli di accessibilità modulati secondo “coni di visibilità” distinti per ciascuna filiera, tali per cui nessun fornitore potrà accedere ai dati dei fornitori di livello superiore, ovvero di pari livello o, comunque, ai dati relativi a una filiera distinta dalla propria. Il Protocollo prevede, altresì, una serie di impegni che i Brand e le Imprese della filiera assumono con l’adesione volontaria al Protocollo. Tra gli impegni affidati ai Brand spiccano: Nei confronti, invece, delle Imprese della filiera sono previsti i seguenti impegni: Il Protocollo prevede, infine, l’istituzione di un sistema di premialità per le Imprese della filiera aderenti alla Piattaforma che – in caso di completezza e costante aggiornamento della documentazione caricata – otterranno l’”Attestato di trasparenza nel settore moda”, valido 6 mesi e rinnovabile. Le ragioni sociali e i codici fiscali delle Imprese con “bollino verde” confluiranno in una “Green List” consultabile dai Brand e dalle altre Imprese di filiera. Altre specifiche premialità verranno riconosciute nell’ambito delle misure di incentivazione per le imprese stabilite dalla Regione Lombardia, tenendo conto del mantenimento dei livelli occupazionali lungo la filiera. Non resta, dunque, che attendere l’operatività del sistema progettato dal Protocollo per poterne valutare le concrete conseguenze attuative e le possibili estensioni applicative, anche a livello nazionale.