Rivelazione di segreto industriale e illecito utilizzo del "reverse engineering"

6 Marzo 2024

Nella sentenza n. 3211/2024, la Corte di cassazione ha affrontato il tema della tutela penale del know-how aziendale, giudicando un caso in materia di accesso abusivo a sistema informatico (art. 615-ter c.p.) e  rivelazione di segreti industriali e commerciali (art. 623 c.p.).

Nel confermare la condanna degli imputati, la Corte ha dato una lettura attuale dell'art. 623 c.p. rilevando che, alla luce dei rilevanti e crescenti costi che oggi caratterizzano la ricerca scientifica orientata allo sviluppo di tecnologie competitive su mercati ormai globali, il reato deve ritenersi configurabile anche quando il segreto indebitamente rivelato riguarda una sola parte del processo produttivo, senza che sia necessario che detta rivelazione attenga a tutte le componenti del prodotto medesimo. La Corte ha preso poi posizione sul "reverse engineering" - processo che mediante l'esame di un macchinario o di un prototipo di esso lo ricostituisce, così trasformando oggetti reali in modelli informatici - stabilendo che, lungi dal rappresentare una legittima modalità di copia di un prodotto, rappresenta invece un'attività rientrante nel novero dell'impiego di segreti industriali penalmente sanzionato dall'art. 623 c.p.

Il contributo è stato realizzato per la Newsletter Norme & Tributi del mese di febbraio 2024 di AHK Italien dal Dipartimento Diritto Penale dell’Economia e dell’Impresa di Morri Rossetti.

La Newsletter Norme & Tributi di AHK Italien relativa al mese di febbraio 2024 è disponibile qui.

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