Il 6 luglio è stato approvato il Decreto attuativo della c.d. Direttiva PIF (direttiva UE n. 2017/1371) come richiesto dalla Legge di delegazione europea 2019. La Direttiva n. 2017/1371 emessa dal Parlamento Europeo e dal Consiglio il 5 luglio 2017 in materia di “lotta contro la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione mediante il diritto penale” (art. 17 Direttiva UE 2017/1371) imponeva agli Stati membri di prevedere forme di responsabilità a carico degli Enti adottando “le misure necessarie affinché, se commessa intenzionalmente, la frode che lede gli interessi finanziari dell’Unione costituisse reato” (art. 3 Direttiva UE 2017/1371). Centrale dunque il tema della responsabilità amministrativa degli Enti, settore in cui vengono introdotte le seguenti novità: Il Decreto non si limita tuttavia a intervenire in tema di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, ma prevede una serie di novità di più ampio respiro, fra cui: Alla luce delle modifiche introdotte in ambito di responsabilità 231, risulta palese come si imponga oggi alle società una riflessione sulla necessità di adeguare i propri Modelli di gestione e organizzazione affinché siano idonei ed efficaci a prevenire il rischio di commissione di tutti i reati oggi ricompresi nel catalogo dei reati 231. Quanto ai reati di natura fiscale, tale necessità, già emersa all’indomani dell’introduzione dei reati di cui agli artt. 2, 3, 8, 10, 11 D.lgs. 74/2001 nel catalogo dei reati 231, ad opera della L. 157/2019, diviene ora esigenza imprescindibile per le imprese che intendano condurre l’attività in maniera virtuosa e competitiva. Infatti, solo l’aggiornamento (o l’adozione, per le società che ancora ne siano sprovviste) del Modello di gestione e organizzazione 231 può efficacemente limitare il rischio di contestazioni di natura penale in capo alla società, che potrebbe comportare l’irrogazione in capo alla stessa di sanzioni di natura pecuniaria e interdittiva.